martedì 13 marzo 2007

Kolibri

Titolo: Kolibri
Produttore: Sega
Sistema: Mega32X
Genere: Sparatutto/Avventura
Anno: 1995









Dai pochi shot ebbi modo di vedere su qualche magazine dell'epoca, non riuscii a capire che razza di gioco dovesse essere questo; il protagonista è un uccellino, e l'ambientazione è del tutto naturale: non individuavo alcun elemento in grado di suggerirmi le meccaniche sottese all'esperienza ludica. Probabilmente, neppure la recensione che lessi fu abbastanza chiara al riguardo. Oppure, semplicemente, Kolibri è un'opera ardua da definire a parole: per capirla, bisogna provarla in prima persona. Cosa che, dopo un bel po' di anni, ho finalmente fatto [sia benedetta l'emulazione]. Ad ogni modo, una cosa traspariva chiaramente da quelle immagini: si trattava di un gioco estremamente affascinante. Impressione del tutto confermata dopo la mia attuale prova diretta. Ricordo fu uno dei pochi titoli che accompagnarono l'uscita dello sfortunato add-on di casa Sega; o di poco seguirono il suo esordio. In ogni caso, difficilmente Kolibri - nella sua atipicità - avrebbe potuto rappresentare un prodotto capace di spingere le vendite del neonato sistema; la sopravvivenza di una macchina da poco lanciata sul mercato, è noto, è assai intimamente legata alla pubblicazione di un buon numero di killer application ad essa destinate.
Però tale ruolo assolutamente non appartiene al gioco in questione: troppo sui generis, non è certamente un prodotto adatto a qualunque fascia di utenza. Ciò ovviamente non implica la sua qualità sia scadente.


In termini forse riduttivi, Kolibri è fondamentalmente uno shoot 'em up a scorrimento vario. L'esplorazione e gli enigmi [se così si possono chiamare] che arricchiscono l'esperienza ludica, lo accostano però al genere action. In sostanza, si tratta di una sorta di avventura dalla marcata componente arcade.

L'aspetto visivo è per lo più delizioso. Il gusto pittorico, le tinte pastello, unito al buon numero di colori, agli elementi in movimento, al notevole parallasse, rende gli sfondi dei piccoli graziosi quadri animati: inizialmente, la performance ludica facilmente si lascia irretire da qualche gustoso dettaglio nel background. Gli sprite sono vari, dettagliati e animati con cura. Forse peccano leggermente di rigidità, ma si tratta di cercare il pelo nell'uovo e tutto sommato si può affermare essi si muovono con eleganza e naturalezza; anche se, bisogna riconoscerlo, il numero di frame non sempre eccelle.

I maggiori problemi riguardano però l'aspetto interattivo. In primo luogo, i nemici - essenzialmente degli insetti - compaiono all'improvviso, dalle direzioni più disparate: considerate le basi su cui poggia la meccanica di gioco - mi riferisco al consistente fattore esplorativo -, spesso diviene pressoché inevitabile lo scontro mortale; tale falla è aggravata dal fatto che gli avversari sovente riappaiono dopo essere stati eliminati. Secondariamente, non di rado ci si ritrova a vagare ignorando totalmente il da farsi, dacché gli obiettivi e la direzione da seguire non vengono mai illustrati con chiarezza [a dire il vero, non vengono punto illustrati], e proseguire nel gioco diviene soprattutto questione di intuito e fortuna: il che, chiaramente, non giova all'appagamento ludico.


Ciò che a Kolibri bisogna riconoscere, dicevo, è il fascino di cui è intriso. Un fascino ancestrale ma al contempo incantato, infantile; il gioco esprime la bellezza imponente e delicata di un vasto campo fiorito al vespertino.

Forse non influenzò in maniera incisiva le sorti della macchina per cui fu creato, ma ciò non toglie si tratti di un'esperienza interessante, specie a posteriori: Kolibri è un sapore raro, agrodolce, esotico; uno di quelli assolutamente da gustare, almeno una volta nella vita.


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