sabato 19 gennaio 2013

Who wants same Wang?

Titolo: Shadow Warrior

Sistema: Windows

Produttore: GT Interactive (originale), Devolver Digital (GOG)

Sviluppatore: 3D Realms

Genere: First Person Shooter 

Anno: 1997









Shadow Warrior è uno sparatutto 3D relativamente poco conosciuto. Lasciò un'impronta superficiale non tanto per demeriti propri, quanto piuttosto perché ebbe la sfortuna di uscire in epoca post-Quake, nella quale divenne presto inaccettabile presentarsi sul mercato con produzioni basate su un motore pseudo-3D come il BUILD, latore di strutture dall'aspetto blocchettoso, afflitte da distorsioni negli spostamenti verticali del punto di vista, popolate da nemici e oggetti bidimensionali che mostrano sempre la stessa faccia, a prescindere dall'angolazione con cui vengono guardati.
Di per sé, non è un cattivo gioco. Tuttavia, bisogna pur rimarcare come, al di là dell'anacronismo tecnologico (oggi irrilevante) soffre anche di una certa stanchezza del concept. È troppo simile a Duke Nukem 3D e bisogna essere totalmente affezionati a quella formula per apprezzarlo. Non si sforza minimamente di innovare: ogni stage si supera previo il recupero di 4 chiavi di diverso colore, dislocate nell'ambiente virtuale in maniera più o meno tortuosa (per non dire sadica). Si tratta della riproposizione della stessa meccanica di base in numerose configurazioni con piccole varianti che sa tanto di primordi del linguaggio videoludico. Dunque, ebbe anche la sfortuna di uscire quasi in contemporanea con GoldenEye 007, il quale rese inaccettabile presentarsi sul mercato con produzioni basate su un piano concettuale tanto primitivo. Blood - per citare un altro gioco tecnologicamente uscito fuori tempo massimo - ha già una concezione più moderna nel design e pertanto visse sorti migliori.
Chiarita la debolezza rispetto al contesto di riferimento, passiamo all'analisi delle sue proprie qualità. Per coloro che non ne abbiano avuto abbastanza dell'azione ignorante e senza pretese, Shadow Warrior è un ottimo titolo. Ha un buon ritmo, mantiene sempre alta la tensione; offre una sfida notevole, un apprezzabile numero di armi peculiari, una discreta IA dei nemici, una notevole intricatezza architettonica del game design, ambientazioni varie e interessanti. Tutte caratteristiche che difettano - per citare un episodio recente ma correlato - a Duke Nukem Forever, che tenta di rinsaporire l'antica ricetta, ma finisce per annacquarla con goffe digressioni e infelici tentativi di innovazione, risultando adrenalinico quanto una visita al museo - a ben vedere, questo rimandatissimo sequel costituisce infatti una sorta di visita virtuale ad una mostra di game design inattuale, reso necessariamente inefficace dalla sua stessa collocazione: in una teca, straniato e allontanato dal fruitore.
La natura cocciutamente old school di Shadow Warrior si palesa anche nel rifiuto radicale di venire incontro al giocatore. Tipicamente, ad un passo dal completamento del livello, il titolo 3D Realms piazza una sfida particolarmente elaborata, di solito di natura "puzzle"; ma non fornisce mai indizi o agevolazioni di alcun genere, e il superamento di questo ultimo frangente diviene frutto di un frustantissimo processo trial&error; o, per meglio dire, di un tedioso vagare per il livello fino ad imbattersi casualmente nella soluzione. Ci si trova impantanati senza speranza quasi sistematicamente. Duke Nukem 3D aveva un struttura del tutto simile, ma lì raramente capitava di bloccarsi: sintomo che, evidentemente, in Shadow Warrior qualcosa non ha funzionato a dovere.
Le due espansioni andarono incontro ad un destino perfino peggiore, tant'è che neppure vennero pubblicate. E ciò fu ancora più ingiusto della scarsa considerazione di cui godette il capostipite. Infatti, sembra che gli sviluppatori trassero qualche lezione dagli errori commessi nell'opera di base, perfezionando il design nei capitoli successivi. Wanton Destruction e Twin Dragon - questi i titoli degli add-on - furono ambedue dichiarati freeware nel corso degli anni e sono inclusi nell'edizione GOG (rinominata infatti "Complete"); costituiscono perciò una ghiotta occasione per tutti gli appassionati del FPS vecchio (vecchissimo) stampo.
Il motore sarà anche antiquato, ma il livello di dettaglio è elevato, e alcuni particolari grafici, come le ombre e i riflessi su specifiche superfici, nonché la resa di talune pareti e della totalità degli interruttori mediante voxel, distanziano Shadow Warrior dagli altri prodotti basati su BUILD, evidenziando consistenti progressi di programmazione in questo campo.

Esiste un porting amatoriale, opera del "solito" JonoF (al secolo, Jonathon Fowler), che permette di giocare Shadow Warrior in alta risoluzione, con filtri alle texture e altre diavolerie estetiche. È ancora in fase di sviluppo, e l'ultimo aggiornamento risale nientemeno che al 2005 - il che significa che è praticamente inutile aspettarsi ulteriori avanzamenti. La riuscita complessiva è buona, rende il gioco molto più agevole da fruire, ma dalla mia prova è risultato un audio compromesso e, in determinati frangenti, qualche magagna grafica in grado di guastare molto seriamente il gameplay. Per provare questo port basta scaricare l'eseguibile da questo indirizzo, scompattare l'archivio e poi copiare il file .grp del gioco originario nella stessa cartella del port.

Nessun commento: