sabato 15 settembre 2007

High Seas Havoc

Titolo: High Seas Havoc
Produttore: Data East
Sistema: Megadrive
Genere: Platform
Anno:
1993






L'
azione platformica di High Seas Havoc è alqu
anto primordiale. La sua uscita, nel 1993, è piuttosto anacronistica, giacché davvero nulla aggiunge a quanto già visto nel genere d'appartenenza, su Mega Drive già abbondantemente sviscerato in ogni sua possibile variante. Il gioco è il frutto dello sforzo di Data East di pubblicare un prodotto trainato da un protagonista carismatico, sulla scia del successo planetario di Sonic The Hedgedog. Peccato che alla prova dei fatti, tale tentativo si traduca in un clamoroso buco nell'acqua, tanto per restare in tema piratesco, il quale è anche l'ambientazione che fa da sfondo al titolo in questione.


Il frame narrativo parte da discrete premesse, ma in un batter d'occhio scade nei peggiori cliché. Il protagonista, un cane di nome Havoc, trova una donzella [anche essa un cane, ovviamente] priva di sensi sulla spiaggia. Al risveglio, costei mostra ad Havoc la mappa utile per ritrovare una preziosissima gemma dai poteri illimitati, la cosiddetta Emerald. I due diventano amici però il cattivone di turno [non poteva mancare, in effetti], Bernando, il pirata tricheco, sulle tracce dello stesso tesoro, ruba pulzella e mappa, e al nostro eroe, immancabilmente, tocca inseguirlo, recuperare quanto sottrattogli, affrontando le orde di sgherri del boss, fino allo scontro finale contro quest'ultimo, nel tentativo di scongiurare che la pietra miracolosa cada nelle sue perfide grinfie.


Il goffo ed infelice tentativo di insidiare il successo del porcospino blu sul suo stesso campo, è evidente in ogni aspetto. L'ambientazione del primo livello richiama palesemente il Green Hill di sonichiana memoria: lo sfondo marittimo, il cielo terso, la vegetazione ridente, le cascate, e lo stesso design delle piattaforme, sembrano tutti elementi presi di peso dall'episodio d'esordio del riccio più veloce della storia. Di quest'ultimo, Havoc eredita inoltre la baldanza, l'insolenza e l'azione concitata.

Ma se la velocità, in Sonic, è resa possibile e fruibile grazie ad una struttura dei livelli studiata ad hoc, qui la stessa rapidità di movimento affossa il game play. Per sbarazzarsi dei nemici, bisogna saltare loro sulla testa, nell'ossequioso rispetto della formula mariesca. Premendo una seconda volta il tasto deputato al salto, una volta in aria, Havoc si esibisce in una sorta di calcio roteante, che serve a sbarazzarsi dei nemici in volo o di quelli più ostici. Il che implica che con il semplice salto, si è in balia degli ostacoli avversari. Tutto ciò si traduce in una frustrante e nevrotica esplorazione dei livelli, in cui ci si imbatte di continuo e in maniera accidentale contro le forze nemiche, perdendo vite senza neppure rendersi conto del perché.


L'attacco più potente a disposizione di Havoc è un fulmineo calcio rotante, che ricorda, nemmeno tanto velatamente, il Somersault Kick di Guile in Street Fighter.


Divertente la trovata per la schermata del sound test. Havoc si improvvisa direttore d'orchestra, mentre quest'ultima si muove assecondando fedelmente l'andamento ritmico del pezzo selezionato.

Sul fronte tecnico, High Seas Havoc non è una totale delusione, ma certo non si può dire faccia faville. Il protagonista gode di un buon tratto, è degnamente colorato e definito, e si muove in maniera fluida. Però le azioni in cui si produce sono ridotte all'osso: tanto per dire, non è prevista nessuna animazione allorquando non si agisca sui comandi per un dato periodo. La realizzazione degli avversari, invece, è piuttosto scadente. Essi sono, infatti, di piccole dimensioni, e l'animazione conta un numero di frame risibile. Gli sfondi, seppur discretamente disegnati e colorati, non eccellono nel livello di dettaglio e appaiono fin troppo essenziali. Gli effetti sonori mancano di chiarezza e risultano fastidiosamente fuori luogo, "irrealistici" perfino nel contesto platformico. Le musiche sono anonime e ripetitive; nulla aggiungono all'esperienza interattiva - laddove proprio non vi sottraggano qualcosa.

Nel complesso, High Seas Havoc è un'esperienza ludica che già all'epoca della sua uscita emergeva annaspando dal mercato, sommersa da esponenti di ben altra caratura - pur non volendo scomodare il solito Sonic, Ristar fa impallidire il gioco in questione da qualunque punto di vista. E' inoltre un'opera invecchiata malissimo, e l'ipotesi di trarne una qualche forma di divertimento al giorno d'oggi è quantomeno peregrina.




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