domenica 16 settembre 2007

Majikaru Hashito no Butsutobi Turbo! Daibouken

Titolo: Majikaru Hashito no Butsutobi Turbo! Daibouken
Produttore: Sega Of Japan
Sistema: Mega Drive
Genere: Platform
Anno: 1990





A
lcuni anni fa, all'interno di una strana cartuccia multigame prestatami per un breve periodo, trovai un giochino singolare, un insolito platform in giapponese. Portava palesemente un bel po' di anni sul groppone, ed era chiaro si trattasse di una delle prime produzioni per Mega Drive. Titolo di poche pretese, possedeva però una verve tutta particolare, e un gradevole umorismo superdeformed di natura giapponese. Dovetti presto restituire la cartuccia al legittimo proprietario, ma non dimenticai mai quel gioco, un po' strambo, ma certamente godibile. Purtroppo, a causa della lingua, il titolo mi rimase oscuro, e dopo interminabili inconcludenti ricerche, mi rassegnai a non incontrare mai più quell'atipico concentrato di demenzialità nipponica.

Tuttavia, qualche giorno fa, mi sono imbattuto quasi per caso in alcuni archivi di titoli per il 16 bit Sega, trovando nuova motivazione per la ricerca. Ricerca disperata, a dire il vero, dacché del gioco ricordavo pochissimi particolari; e, soprattutto, come detto, ne ignoravo il titolo.



Ma ha ragione il detto "Chi la dura la vince". Genesis Collective contiene un gigantesco archivio di titoli Mega Drive, il quale credo copra l'intera produzione per la piattaforma Sega, compresi oscuri prodotti amatoriali creati per lo più in Cina [come la versione non ufficiale di Breath Of Fire 3]. Spulciando voce per voce l'intero elenco, stamane, con enorme sopresa, dopo anni ed anni di affannosa ricerca, ho finalmente rinvenuto l'identità di quella indimenticabile esperienza ludica d'infanzia: si tratta, per l'appunto, di Majikaru Hashito no Butsutobi Turbo! Daibouken.


A quanto pare, il gioco è ispirato ad una serie animata che ricorda vagamente Dragon Ball e che mai ha valicato i confini della terra del sol levante.
Dacché ignoro il giapponese, non ho idea quale sia il pretesto narrativo alla base dell'azione ludica. Considerato il genere d'appartenenza, però, tale mancanza è tutt'altro che preoccupante, e certamente non inficia minimamente l'esperienza. Si direbbe che l'isola in cui vive l'eroe del gioco è stata separata in piccole parti a causa dell'azione nefasta dell'antagonista del caso, un dinosauro di godzilliana memoria, emerso dal mondo sotterraneo con l'intento di conquistare quello di superficie. Scopo del protagonista, presumo sia sconfiggere il bestione e le sue armate di stravaganti creature e riportare l'unità nella propria terra.

Tenendo conto dell'anno d'uscita, è stato compiuto un buon lavoro sul piano tecnico. La grafica è forse un po' spartana, gli sfondi sono scheletrici, il numero di colori e di frame di animazione non si spertica, ciononostante il gioco presenta un aspetto elegante e funzionale e i disegni godono di un gradevole stile superdeformed. Piacevoli le musiche, profondamente radicate nella tradizione nipponica.



La componente interattiva è tutto sommato intrigante. Majikaru Hashito no Butsutobi Turbo! Daibouken prende spunto da diversi classici del passato, fondendo in maniera convincente meccaniche che derivano un po' da Alex Kidd [nell'organizzazione dei livelli], un po' da Super Mario World [nel controllo della protesi digitale]. Similmente al primo, il protagonista può disfarsi dei nemici e dei blocchi che ostacolano il passaggio grazie ad un pugno meccanico, mentre come il secondo, può planare dopo i salti grazie al suo mantello. L'originalità - relativa - della meccanica risiede qui in un bizzarro personaggio a forma di uovo che il protagonista porta con sé e usa a mo' di arma: lanciatolo contro gli avversari, esso ritorna automaticamente dal proprietario dopo un paio di secondi, abbattendo ogni entità nemica incontri nel tragitto. Se si viene colpiti, si perde la facoltà di adoperare tale arnese, ma fortunatamente la si può riacquistare scovando lo stesso all'interno dei contenitori di oggetti [dalle fattezze delle statue dell'Isola di Pasqua!] disseminati per i livelli. Altro elemento interessante è l'uso dei power-up. Li si raccoglie nel corso delle deambulazioni, ma l'attivazione degli stessi è a discrezione del giocatore. Ce ne sono dei più svariati generi - alcuni potenziano le capacità costitutive del protagonista, altri gli conferiscono abilità speciali - e il loro impiego aggiunge un tocco di strategia al gameplay. Alla fine di ogni livello, si spendono le monete raccolte in divertenti mini-games, i quali consentono di accumulare nuovi power-up e - se si è abbastanza abili - qualche vita extra.

Majikaru Hashito no Butsutobi Turbo! Daibouken appartiene agli albori del periodo 16-bit, e si vede, sia sul piano tecnico, sia su quello prettamente ludico. Nel corso dei livelli, la meccanica di gioco tende a diventare monotona e a stancare. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad un prodotto confezionato con cura, in grado di assicurare qualche sana ora di svago vecchio stampo.

P.S.: Esiste una versione occidentale dell'opera in questione, dal titolo Decap Attack. Però, più che di una localizzazione, si tratta di un gioco a sé stante. Abbandonato lo stile anime superdeformed di Majikaru, Decap Attack attinge a piene mani dal genere horror, seppur di matrice cartoonesca e stemperato da una forte dose di umorismo. Conserva pressoché intatta la struttura dell'originale, mentre ne differisce totalmente nell'aspetto: scenari e sprite sono stati completamente ridisegnati in funzione della diversa ambientazione, nuove musiche ed effetti sonori a tema accompagnano l'azione ludica. In questa edizione, l'esperienza complessiva risulta leggermente danneggiata: lo stile iconografico e sonoro dell'originale è decisamente superiore, inoltre il personaggio controllato dal giocatore - una mummia priva di testa - sembra più "pesante" da spostare e la rappresentazione dei livelli ha perso qualche punto in chiarezza ed efficienza [a volte le piattaforme sono indistinguibili dal background]. Per il resto, si tratta dello stesso gioco. Seguono alcune immagini di Decap Attack.



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