lunedì 17 settembre 2007

Sonic & Knuckles

Titolo: Sonic & Knuckles
Produttore: Sega
Sviluppatore: Sonic Team
Sistema: Mega Drive
Genere: Platform
Anno: 1994








Sonic & Knuckles rappresenta un po' il canto del cigno della serie, che mai più è ritornata ai fasti di questo episodio e dei precedenti classici a 16 bit. A partire dal lacunoso Sonic 3D Blast su Mega Drive, fino all'appena decente Sonic and the Secret Rings su Wii, il Sonic Team di Yuji Naka, un tempo salutato quale gruppo di talentuosi creativi dalle innegabili virtù, pare aver del tutto perduto lo smalto di allora, producendosi in realizzazioni che, nel migliore dei casi, raggiungono appena la sufficienza. Il personaggio ideato da Naka, sembra conservare ancora il suo charme. Nonostante la recente svolta stilistica, cool e cazzuta, sia piuttosto invisa agli utenti meno giovani, il fantasioso universo diegetico, costellato da personaggi ben caratterizzati, pare godere a tutt'oggi di un nutrito seguito di appassionati. Tuttavia, ciò in cui attualmente la serie profondamente difetta, è la classe e la cura realizzativa che in Sonic & Knuckles toccano probabilmente il proprio apice, assoluto ed irripetibile.

Gli elementi che avevano reso grandi i primi 3 episodi su Mega Drive, ricorrono qui in maniera estesa e sapiente. La formula ludica è tirata a lucido, palesando un'eleganza di game design raramente riscontrabile in qualunque altra opera digitale interattiva precedente [e successiva]. Torna l'uso creativo delle barriere - fuoco, acqua, elettricità - visto in Sonic 3, il cui impiego è cresciuto ulteriormente in importanza strategica, e la struttura degli stage, come di consueto fondata sulla oculata ed intricata disposizione dei più svariati marchingegni - molle, leve, tunnel energetici, piattaforme mobili, magneti, e quant'altro - raggiunge livelli di sofisticazione e stratificazione impensabili. Nella schermata iniziale, il gioco richiede di scegliere con quale personaggio affrontare l'avventura, Sonic o Knuckles. Il secondo possiede tutte le capacità del primo, inoltre è dotato della facoltà di scalare le pareti e planare a mezz'aria, anche se non può sfruttare i poteri speciali conferiti dalle barriere. La sua presenza è molto più che una variante estetica al riccio, difatti richiede un approccio al game play piuttosto differente, leggermente più riflessivo e maggiormente votato all'esplorazione. Nel complesso, è lui la migliore alternativa: può raggiungere luoghi inaccessibili allo spinoso antagonista/compagno, consente di pianificare meglio le azioni e sottopone a minori rischi; non è un caso se nel capitolo dedicato al Mega 32X, Sonic sia stato allegramente congedato. Ma forse è un bene, dacché quel gioco, Chaotix, è un benchmark deputato ad ostentare le capacità di scaling e rotazione dell'add-on piuttosto che un nuovo valido esponente della serie. Un'ottima occasione sprecata, certo, come del resto lo fu la piattaforma stessa. Ma ora non divaghiamo.

In ambito tecnico, il Sonic Team temeva ben pochi rivali - forse nessuno - per quanto riguarda lo sfruttamento massivo del hardware del 16 bit Sega, e Sonic & Knuckles ne è ulteriore - e definitiva - conferma. Il percorso stilistico e iconografico che il giocatore attraversa nel corso dell'avventura, è quello a cui il gruppo di Naka ci ha abituati fin dagli esordi della serie: naturalistico nei primi stage, ispirato all'architettura classica e/o di rovine nei passaggi intermedi, oscuro, acido, elettronico - in una parola: cyber-punk - nelle battute conclusive. Stupiscono, come sempre, le animazioni fluidissime degli enormi automi controllati dall'immancabile Robotnik al termine dei livelli, così come la cura maniacale riposta nella resa dei dettagli [il polline che si solleva e svolazza al passaggio del personaggio nella location iniziale] e negli effetti speciali [la distorsione della visuale nello stage ad ambientazione desertica]. Nel complesso, il comparto estetico gode di una pulizia, di una definizione, di un'eleganza e di una ricchezza di particolari senza pari all'interno della softeca della macchina Sega.


Memorabile anche in questo episodio, forse perfino più del solito, la colonna sonora, al consueto costituita da ritmi incalzanti e melodie ficcanti. Citazione d'onore merita il tema orientaleggiante dello stage ambientato in una piramide [Sandopolis Zone], una delle migliori composizioni mai fuoriuscite dal YM2612, lo storico chip audio del Mega Drive.

Il livello di difficoltà è piuttosto alto, per essere un episodio del porcospino blu; manca inoltre la funzione di salvataggio apprezzata nel terzo capitolo della serie [che, peraltro, era più breve di questo]. La possibilità di integrazione di Sonic & Knuckles con i tre precedenti episodi, grazie allo slot posto in cima alla cartuccia, garantisce l'accesso a livelli inediti, nuove modalità di gioco, e reintroduce Tails fra i personaggi adoperabili, estendendo ulteriormente nel tempo - virtualmente all'infinito - l'interesse verso un'opera la cui longevità ha già di per sé un valore considerevole. Merito soprattutto degli Special Stage. Solo scovarli all'interno dei livelli è un compito non esattamente semplice e si può affermare che il superare vittoriosamente questi sia la vera sfida del gioco. Del resto, portare a termine Sonic & Knuckles senza aver conquistato i Chaos Emerald, preclude al giocatore il finale vero e proprio, e in tal caso il gioco si conclude con una triste schermata nera in cui un Dottor Robotnik sghignazzante, ancora in possesso dell'enorme gemma verde, si fa beffe dell'imperizia del giocatore.


In sostanza, si tratta del capitolo definitivo della serie. Raccoglie gli spunti migliori della trilogia, fondendoli felicemente in una struttura ludica affinata all'inverosimile, attraverso un piano tecnico che non teme confronti su questa console. E' una attestazione del talento e della cura realizzativa che un tempo il Sonic Team profondeva nelle proprie opere, virtù che la squadra capeggiata da Yuki Naka, inspiegabilmente, pare aver lasciato in quella generazione. Insieme a Castelvania, ma ancor più di quello, Sonic è una delle storiche serie del passato fruibile con soddisfazione perfino ai nostri giorni, tuttavia incapace di ripetersi con altrettanto vigore ed efficacia assecondando i dettami delle tendenze attuali. Per fortuna, i nostri ricordi attraversano indenni le generazioni ludiche, considerando le goffe incursioni nel poligonale per quello che sono: mere operazioni di mercato, prive della passione che esplodeva da questi sprite, forse pixellosi e claudicanti, ma certamente amabili.


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